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Il volontariato in Italia: i dati ISTAT

Il settore della sanità è il primo settore rappresentato dal volontariato, in particolare nell'area geografica del nord-ovest, del centro e del mezzogiorno.

In Italia l'8% della popolazione dai quattordici anni in su (4 milioni di persone circa, dati ISTAT 2002) svolge attività di volontariato.

Dal rapporto annuale ISTAT 2003 risulta che nel 2001 le associazioni di volontariato iscritte ai registri regionali erano oltre 18.000, con un incremento di oltre il 55% rispetto al 1997. Il fenomeno interessa soprattutto le regioni del Nord Italia: il Trentino Alto Adige conta la frequenza più alta di volontari (21% circa), seguito da Veneto (oltre 14%), Friuli Venezia Giulia (oltre 10%), Lombardia (10%) ed Emilia Romagna (oltre 9,5%). Nonostante sia meno diffuso, anche nel Sud si sta assistendo negli ultimi anni a un incremento in questo settore, soprattutto in alcune regioni: Basilicata (dal 4% circa di volontari nel 1997 al 7% nel 2002); Calabria (dal 4% al 6%); Sicilia (dal 3,5% al 5,5% circa).

Partendo dai dati dell'indagine ISTAT il volontario 'tipo' risulta essere maschio, laureato, con un'età compresa tra i 25 e i 54 anni. Sembra infatti che l'attività di volontariato sia più diffusa tra chi ha un titolo di studio medio alto (laurea o diploma) e che siano più spesso gli uomini coinvolti in questo settore rispetto alle donne. Infine, la maggior parte dei volontari è di età compresa tra 25 e 54 anni, anche se dal 1997 l'età media sta aumentando, con un aumento dei volontari tra gli ultra 55enni.

Hanno registrato un incremento rispetto al 1997 le attività di volontariato in ambito ricreativo e culturale (al 2001 aumentate di oltre l'1%), mentre tra le attività di volontariato più in calo ci sono quelle relative alla sanità (diminuite di oltre il 4%), alla tutela dei diritti (meno 0,4%), e all'assistenza sociale (meno 0,1 %). Aumenti invece nel volontariato in ambito di protezione civile, protezione dell'ambiente, istruzione e attività sportive.

Approfondimenti Rapporto annuale. La situazione del paese 2003, pp 359-69.

Il volontariato in Italia: l'indagine FIVOL

Secondo la FIVOL, la Fondazione Italiana per il Volontariato, le organizzazioni di volontariato operative sul campo in Italia sono oltre 13.000, secondo i risultati di un'indagine condotta nel 2001: più della metà sono situate al Nord, tuttavia negli ultimi cinque anni si sta accorciando la distanza tra Nord e Sud del paese, grazie all'aumento di associazioni nel Mezzogiorno (+22,3% dal 1996 al 2000). Il maggior numero di organizzazioni di volontariato rispetto al numero di abitanti spetta alla Val d'Aosta, seguita da Emilia Romagna, Sardegna, Toscana, Friuli Venezia Giulia e, a pari posto, Liguria e Marche.

Sempre più spesso le organizzazioni nascono da iniziative di gruppi di cittadini che hanno l'obiettivo di lavorare nel sociale, tutelando e coinvolgendo i soci, e rispondendo ai bisogni di gruppi di persone con una specifica condizione. Questo si discosta dalla nascita tradizionale delle associazioni di volontariato, di solito risultato di affiliazioni locali di organi nazionali o frutto di iniziative ecclesiali.

Un'altra caratteristica nuova rispetto al passato è la mancanza di una matrice culturale o ideologica predominante: i membri delle associazioni oggi si riconoscono maggiormente negli obiettivi e nelle finalità dell'organizzazione che in principi ideali comuni, mostrando una tendenza aconfessionale e apartitica.

La maggior parte delle associazioni del campione indagato (100 associazioni - vd- ) sono realtà organizzate, affidabili e strutturate: operano in modo continuativo, hanno orari fissi di apertura settimanale, sono registrate con atto pubblico, hanno almeno due organi direttivi e un regolamento interno riguardo all'operatività. Inoltre lavorano molto spesso in rete sul territorio, o sono affiliate a organizzazioni più estese (nel 2001 sono 77 su 100 le associazioni affiliate, associate o collegate; nel 1993 sono 71 su 100).

Nonostante i settori più diffusi rimangano quelli socio-assistenziale e sanitario, la tendenza è in diminuzione dal 1996, segno che le attività delle organizzazioni si stanno estendendo ad altri campi (protezione civile, educazione, promozione sportiva e ricreativa).

Mentre aumenta negli ultimi anni il numero di associazioni, non accade lo stesso per i volontari, che nel 2001 ammontano a circa 950.000 distribuiti tra 26.400 organizzazioni: le organizzazioni crescono in quantità ma si assottigliano come personale.

Diminuiscono inoltre le associazioni composte da soli volontari (34% nel 1997, oltre 22% nel 2000), in linea con un processo di professionalizzazione del volontariato che vede in aumento le persone remunerate soprattutto nelle organizzazioni che operano in convenzione e che devono mantenere livelli di qualità stabiliti. A questo scopo spesso ricorrono a competenze professionali che retribuiscono (in 14 organizzazioni su 100 prevale il lavoro retribuito su quello gratuito) cercando un equilibrio tra la natura volontaristica dell'associazione e la necessità di efficienza nella gestione di servizi. A questo proposito sono sempre più numerose le organizzazioni che collaborano con gli enti pubblici con convenzionamento. Questo potrebbe indicare la tendenza di un'istituzionalizzazione delle organizzazioni, in risposta a un andamento che porta all'esterno la gestione dei servizi pubblici, oppure potrebbe indicare un'effettiva partecipazione delle organizzazioni alle politiche sociali e pubbliche.

Approfondimenti Renato Frisanco. Le organizzazioni di volontariato alla terza rilevazione Fivol 2001. L'Inserto Terzo Settore, Sole24 ore; n.7/8, luglio-agosto 2002.

Da: http://www.partecipasalute.it/associazioni/associazionismo-002.php

Di Paola Mosconi, Cinzia Colombo

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