E’ ormai entrato nella cultura ordinaria: l’attuale fase economica è virtuale, globale, interconnessa.
La Tecnologia e la Ricchezza hanno infatti caratteristiche completamente differenti da quelle solo di poche decine di anni fa.
Basti pensare a due frasi, quasi degli assiomi: non c’è più una Cultura del sapere, ma del fare; la circolazione della ricchezza avviene per lo più sul filo del pc.
Tutto ciò non può non influire sulle caratteristiche del lavoro, autonomo o dipendente che sia.
In tale contesto si può individuare un elemento che permea varie situazioni: il Tempo, o meglio la sua velocità.
Il rapporto Uomo/Tempo è talmente importante e influente che – sempre di più – necessitiamo di strumenti che siano capaci di sostituirci nella gestione del rapporto apprendimento/azione.
Ad avviso di AGEIE - associazione nazionale che raggruppa e rappresenta coloro i quali espletano prestazioni o funzioni che implicano esperienza giuridica ed economica (quindi non prescindendo da quelle funzioni o professioni così dette ibride, quali gli esperti in materia ambientale o di sicurezza, i manager di tesoreria, gli esperti di aste immobiliari e di medicine legale o del lavoro ) - è in questo panorama che si deve affermare come non abbia più senso (né economico, né giuridico) parlare ancora di “Professioni”, bensì sarebbe auspicabile che anche il Legislatore nazionale si esprimesse in termini di “Professionalità”.