.... Intorno all' anno mille!
Una tranquilla, fredda alba su un mare disincantato; una leggera nebbia - un po' rada - è distesa sulla tavola zurrastra, già dorata.
Dopo aver risalito le coste adriatiche, non senza difficoltà, dovute ai frequenti avvistamenti di pirati turchi e slavi, che richiesero relativi, repentini aggiustamenti della rotta - la veloce nave da guerra di Pietro il Rosso, si avvicina alla insenatura del Fiume Piscario.
Una nave feroce e stravagante, munita di emblemi cari ai pagani del nord ed anche ai cristiani d’Etiopia. Sulla più grande vela sovrastava una croce argento a forma di ascia o spada rovesciata, in campo rosso. Essere invisibili non era, di certo, l’intento.
Poi, d’improvviso, l'intensificarsi delle raffiche di vento aveva indotto i rematori ad interrompere la voga; si erano allineati tutti sulla fiancata sotto vento, puntando i piedi dove potevano per poi tendersi aggrappati alle funi, nello sforzo di compensare l' inclinazione.
Poi, ancora bonaccia.
Era un andirivieni di eventi, di prove potremmo dire.
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Si levarono dalle correnti, roteando l' uno attorno all' altro, come parole nella spirale di un pettegolezzo, per poi perdersi al di là degli spruzzi, due gabbiani al di sopra dei pennoni. Così sorretto dalle raffiche, il gabbiano più affaticato, quello che non riusciva a prendere quota, andò a sfiorare il volto del Capitano, bagnandolo con il battito delle ali.
Ricordò, il monaco-guerriero, di antichi racconti posti nell’intimo del suo cuore: esortazioni latenti a tenerlo aperto alle emozioni, respirandone solo le buone. Rammentò: quando siamo nell'afflizione, lì più che mai ci sono vicini gli angeli.
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Nell’anno Mille, o giù di lì, le terre di Abruzzo apparivano molto simili a quelle scandinave: venti freddi, boschi, tundre, nebbie. Le popolazioni nordiche, come sappiamo, periodicamente scendevano a sud, lungo le direttrici dei grandi fiumi; primo fra tutti, il Danubio. Poi, il mare.
Non solo l’Adriatico, però. Come infatti ci indica Pitea di Massala nel suo Sull’Oceano, primo esempio pervenutoci di portolano (circa l’anno 350 a.D.), i traffici avvenivano cabotando nell’atlantico da Cadiz fino in Danimarca, scendendo lungo i fiordi ed i fiumi (come Vistola e Tamigi) e su su, fino all’isola di Thule. Gli stessi poemi omerici narrano di miti – spesso realtà – ivi accadute. L’arcere Ull è ancora oggi il protagonista delle gesta eroiche delle più recenti saghe nordiche.
Ecco quindi, una mattina, sbarcare sulle coste adriatiche abruzzesi la barca di PETRUS HOUSEKARL, dove “Housekarl” strava per “maestro di palazzo”, cioè un componente della guardia palatina, la schiera di uomini o donne – in genere, figli di capi clan - più affidabili di altri per fedeltà e per maestria nelle arti necessarie per governare.
……
Il monaco guerriero era solito pregare e meditare durante la giornata; almeno due volte il sole, all’alba ed al tramonto:
Possa Gabriele essere con me la domenica, e la potenza del Re del Cielo. Possa Gabriele essere sempre con me, perché né male né offesa mi tocchino mai.
Di Michele io parlo il lunedì, la mia mente lo insegue. A nessuno io lo paragono, tranne che a Gesù, figlio di Maria.
E se è martedì, io menziono Rafaele, finché arriva la fine, come mio aiuto. Uno dei sette che io imploro, finché starò nel campo del mondo.
Possa Uriele essere con me il Mercoledì. L’abate di alta nobiltà. Contro le offese, contro i pericoli, contro il mare dal vento violento.
Il giovedì io parlo di Sariele, contro le rapide onde del mare. Contro ogni male che capita all’uomo, contro ogni malattia che lo prende.
Nel giorno del secondo digiuno, Rumiele – una chiara benedizione – io ho amato. Dico solo la verità: buono è l’amico che ho scelto.
Possa Panchele essere con me il sabato, finché sono nel giallo mondo.
Possa la Trinità proteggermi! Possa la Trinità difendermi! Possa la Trinità salvarmi da ogni offesa, ferita, pericolo!
Sia pace a Nord, a Sud, a Ovest, a Nord.
Sia pace attraverso i quattro Elementi ed all’Etere cosmico, che tutto contiene.
Sia pace e amore per tutte le creature, visibili e invisibili, attraverso i loro Regni e Elementi.
Sia pace ai loro Angeli, ai loro Deva.
Sia pace a noi, che con essi condividiamo il cammino.
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Il suo stendardo, alto sul pennone principale, era: due pavoni, uno argento e l’altro rosso, contrapposti in campo azzurro; in mezzo un’ascia grigio ferro.