Comunicato alla stampa in occasione del convegno
L'ANALISI ECONOMICA DEL CONTENZIOSO PUBBLICO ....la statistica vince le crisi ?
(15 e 16 gennaio 2004 c/o Avvocatura dello Stato – via dei portoghesi – ROMA ore 15/20)
Statistica contro le crisi
Fisica per misurare i servizi - Diritto ed Economia non bastano più
Il 15 e 16 gennaio ha avuto luogo in Roma, presso l’Avvocatura dello Stato, il convegno: “L’Analisi economica del contenzioso pubblico ....la statistica vince le crisi ?”, organizzato da AGEIE / Giuristi Economisti d’Impresa, d’intesa con Co.VALORI ed ACCADEMIA EUROPEA (tutti rinvenibili nel sito: www.covalori.net).
Obiettivo dell'iniziativa era mettere in evidenza come il principio cardine dell’analisi economica - ottimizzare le risorse, rispetto ad un risultato desiderato - potesse trovare attuazione anche nella gestione del contenzioso pubblico.
Oggi, se dopo il caso Enron e quello Parmalat, assume nuova rilevanza e pressante esigenza disporre di strumenti previsionali e revisionali in campo privatistico, in quello pubblico è necessario adottare criteri tesi all’efficienza ed efficacia dell’azione pubblica - non solo onde evitare sprechi, diseconomicità, disservizi, ma anche - per fare dello Stato un’impresa produttiva in campo nazionale e competitiva nel mercato globale. Uno Stato anche capace di essere a tutti gli effetti valida parte contrattuale anche i quei settori – quali il tributario o il penale - dove la qualificazione potestativa è sempre stata considerata intoccabile.
Validi spunti in tal senso, non ancora tendenza normativa, sono i richiami operati dal Legislatore: l. 59/1997, art. 20, co. 5, lett. g) ter, concernente la previsione del rapporto costi / benefici nell’esplicazione dell’attività normativa; l. 20/1994 in tema di controllo di gestione operato dalla Corte dei Conti; l. 50/1989, art. 5, co. 1, sull’analisi dell’impatto della legislazione sulle pubbliche amministrazioni e sui cittadini. Ma anche le normative sul ricorso alla conciliazione in ambito pubblico (pubblico impiego; appalti pubblici e subfornitura; tributi) che evidenziano elevata potenzialità di sfruttare istituti privatistici in settori 'pubblici', così da applicare completamente i criteri di efficacia / efficienza dell'azione amministrativa. Esistono, inoltre, i richiami cogenti effettuati dal Trattato di Maastricht e quelli più blandi della World Bank. Esempio storico è dato dal Piano Marshall.
A fronte di concetti economici quali quelli di Pareto sulla scarsezza delle risorse, con conseguente ricerca dell’efficienza attraverso il mercato, o come quelli di Arrow sull’impossibilità, con conseguenze sull’efficacia delle azioni, è legittimo pertanto chiedersi se e come sia possibile – anche nel campo pubblico - predefinire Regole efficaci o riscrivere Norme inefficienti ed in che misura l’attività dello Stato provochi conseguenze nel Mercato (e, quindi, su sé stesso!). Ed inoltre, se si dovesse riconoscere che le azioni dello Stato siano influenti o confluenti nell’economia globale, oltre che in quella comunitaria, ci si dovrebbe anche domandare quando e come esse siano censurabili da parte di Autorità internazionali.
In verità, come sancito nel celebre teorema di Coase, solo in un mondo privo di costi negoziali, a prescindere da chi detiene il Diritto, si raggiungerà un assetto efficiente. Essendo però il nostro un mondo tutt'altro che perfetto, il problema essenziale per l'interprete è di capire fino a che punto è opportuno porre in essere comportamenti fra “Parti” che - in concreto - comportano un costo per l’intera economia. Ma Stato e Cittadini / Imprese sono “Parti” del “contratto civile” ?
I Relatori intervenuti hanno sostanzialmente concordato sul punto che anche l’analisi economica dell’attività normativa non può prescindere dal previo esame del contenzioso pubblico, il quale – da una parte - rappresenta ex ante un importante canale di informazione per introdurre regole correttive degli aspetti patologici emersi nell’applicazione giurisprudenziale; dall’altra, un essenziale elemento di verifica ex post della validità stessa della scelta operata dal Legislatore, nell'interesse dell'Economia nazionale, del Mercato e per la tutela del Cittadino e del Consumatore.
Tutto ciò è peraltro in linea con quanto era già emerso nel corso del precedente convegno CV/AGEIE/AE del 2 luglio scorso, svoltosi presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio e dal titolo: “Analisi Economica del Diritto e Diritto del Mercato: Scelte Manageriali, Ruolo del Giurista-Economista d’Impresa e della Giurisprudenza”, dove è stato tra l’altro ricordata l’esigenza di un approccio multidisciplinare i nuovi problemi ed il moderno ruolo di scienze finora considerate “tecniche” quale ingegneria e fisica quali “innesti bionici” alle vecchie discipline “classiche” per risolvere detti problemi.
Si deve quindi ritenere, come gli illustri Relatori hanno dimostrato, che l’approccio metodologico proposto possa costituire valida chiave di lettura delle problematiche e concreto tentativo per una loro soluzione in linea con le esigenze degli “stake holders” dello Stato: i Cittadini e le Imprese. Problematiche non solo giuridiche, quindi, ma anche economiche e sociali che, peraltro, si pongono in un contesto non ristretto a confini territoriali predefiniti. Quindi stake holders dello Stato diventano anche i Cittadini e le Imprese di altri Stati, in una situazione multiculturale in cui il concetto di “interesse dell’economia” nazionale o comunitaria potrebbe dover esser messo in discussione o quanto meno sottoposto a revisione.
Da questo punto di vista, le “certezze” statistiche assumono “valore” per l’analisi giuridica ed il tema della “certezza” del diritto assume “rilevanza” per la teoria economica, non solo per quanto riguarda l’efficienza dell'azione pubblica e la concorrenza internazionale, ma anche il tema fondamentale dell’equità e dell’etica.