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Carli, 14.2.06 - il COSTO SOCIALE DELLA QUALITA'
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Carli, 14.2.06 - il COSTO SOCIALE DELLA QUALITA'

Carli, 14.2.06 - il COSTO SOCIALE DELLA QUALITA'
il costo sociale della Qualità

[a cura di Carlo C. Carli [1]]

La contraffazione dei prodotti è un rischio reale per i consumatori che – in prima battuta – comporta una diminuzione delle soglie di sicurezza per sé e per i propri cari.

Rappresenta – inoltre - un forte danno economico per le aziende che investono sulla sicurezza, che passa anche attraverso certificazione dei propri prodotti e audits dei processi e delle aziende (tra cui quelli contabile e ambientale).

Più in generale, il “falso” induce a due grandi e gravi problematiche:

- il danno socio-economico nazionale (perdita di competitività e di efficacia del sistema paese; depauperamento della ricchezza tecnologica; costi per il sistema sanità);

- la diminuzione della soglia di attenzione verso la correttezza e la qualità (perdita di beni immateriali; perdita di fiducia verso le istituzioni).

Le iniziative in questo campo si fanno – fortunatamente - meno rare. Ma non sono ancora sufficienti.

Sicuramente, però, a mio avviso, è questa la via da seguire, cioè quella della educazione. Non già solamente quella della repressione.

A Roma, il 5 / 7 dicembre si è svolto un seminario in tema di sicurezza e contraffazione, all’interno di iniziative tese a coordinare l’azione delle Associazioni di consumatori e di categorie professionali, con quella dello Stato ([2]).

Tra gli interventi cito:

Antonella D’Alessandro del Ministero S.E.-DGAMTC ha per esempio richiamato la differenza tra MARCHIO  e MARCATURA e tra questi e MARCHIO DI QUALITA’. Certo può essere un linguaggio tra esperti. Importante però è sapere che queste situazioni rappresentano dei percorsi aziendali per garantire i consumatori e non semplicemente dei modi di tutela delle invenzioni, dei processi o di altri diritti industriali.

Sono circa 7.000 le normative comunitarie che garantiscono la sicurezza dei prodotti. Certo, ha evidenziato l’ing. Romano dell’Agenzia Dogane, né i consumatori, né i tutori dell’ordine possono conoscerle tutte. Oltre ad una banca dati (esempio il FALSTAFF), ci deve essere sempre maggiore integrazione tra categorie, associazioni, forze dell’ordine …e gli stessi consumatori.

Il magg. Petralia della Guardia Di Finanza – N.SP.Tutela Mercati ha infatti, tra l’altro, illustrato alcune procedure seguite per studio e repressione ed ha ricordato il ruolo primario ivi rappresentato dal sistema comunitario e nazionale di certificazione.

A Napoli, il 29 novembre si è svolta un’altra iniziativa, presso la locale CCIAA ([3]).

Sull’argomento importanti ed interessanti interventi.

Giancarlo Dezio dell’associazione nazionale prodotti d’illuminazione ha ricordato come, per combattere la contraffazione, importante è invitare il consumatore all’acquisto di prodotti che abbiano il marchio di qualità.

Luigi Matera dell’associazione Adiconsum conferma che esistono paesi che hanno fatto della contraffazione un business miliardario, tanto da arrivare a tentare di tutelare il marchio del falso ( CE). Certo la carenza di informazioni di cui il consumatore dispone porta spesso all’acquisto di materiale non conforme alle normative di sicurezza e quindi potenzialmente pericoloso.

Raffaele Sabato, giudice nella Sezione civile del Tribunale di Napoli, ha posto l’accento su un tema che – solitamente – non è molto ricordato in tema di diritto industriale, cioè ’l’importanza della sanzioni civili, che possono garantire una tutela risarcitoria ex post, ma anche una preventiva. Entrambe, certo, collegate alla futura possibilità di avere a disposizione azioni collettive per la protezione di interessi generalizzati di ampie classi di consumatori e di utenti ([4]).

Giuseppe Ardimento della CCIAA di Napoli ha sottolineato la necessità della così detta “conformità alle normative” al fine di una migliore tutela e che la “valutazione di conformità” avviene attraverso la presenza di una documentazione tecnica (dichiarazione CE di conformità e marcatura CE sui prodotti).

Gaetano Sisto dell’Agenzia delle dogane , ha ribadito come gli obiettivi sono due: garantire controlli efficaci e garantire fluidità dei traffici, perseguiti attraverso innovazioni tecnologiche, ma anche con la banca dati Falstaff e un continuo dialogo con i consumatori. Anche se – come ricorda il cap. Volpe, della Guardia di Finanza – si può assiste finora ad un enorme aumento delle verifiche e delle notifiche.

Vorrei concludere questo seconda nota informativa con una riflessione personale.

Complessità, differenza tra culture, difformità di vedute, multidisciplinarietà rappresentano tutte – è oramai certo anche da un punto di vista scientifico – situazioni che possono determinare ricchezza.

Tuttavia, c’è la assoluta necessità che tale situazione sia gestita, non già lasciata a sé stessa. In questo caso, infatti, potrebbe determinare depauperamento, soprattutto a scapito di soggetti meno competitivi (in senso relativo).

Con tutto ciò che consegue da un punto di vista sociale: disallineamento tra istituzioni e cittadini, più elevati costi senza benefici per gli utenti, costi per i sotto-sistemi (sanità, pensioni, finanze, mercato) perdita d’immagine del “bravo” a favore del “furbo” e, infine, perdita di competitività del sistema paese e depauperamento della ricchezza tecnologica a livello internazionale.

Se volessimo accennare ad un ragionamento di carattere macroeconomico e filosofico, potrei solo dire che i nostri sistemi giuridicoeconomici rappresentano dei sistemi complessi che si autoregolano. Se – come è accaduto in modo più limitato con la Comunità Europea, ovvero in modo molto più accentuato con la globalizzazione mondiale – sono messi in comunicazione, essi interagiscono. Ma è evidente che non essendo tra loro omogenei (anzi, nella loro totalità rappresentano una “complessità esponenziale”) l’interazione non guidata potrebbe comportare disordine.

Questo, da un punto di vista economico, vuol dire concorrenza spietata. Da un punto di vista sociale significa conflittualità ([5]).



[1] giurista, specializzato in diritto ed economia dei consumatori ed in comunicazione istituzionale.

Il presente elaborato vuole solo costituire una rapida guida delle richiamate iniziative, liberamente sviluppato dall'A. sulla base dei materiali citati.

[2] Svoltosi a Roma, presso l’Agenzia Dogane e presso la Scuola Polizia Tributaria, organizzato dal M.S.E.

Si v.: http://www.covalori.net/12.12.06_-_CARLI_-_origine_e_tracciabilita______'_prodotti.htm

[3] Tratto da http://www.denaro.it/go/a/_articolo.qws?recID=257912 un articolo di Danila Liguori del 30-11-2006 che riferisce dell’incontro “Mi illumino di...sicurezza. Il valore della qualità”, svoltosi il 29.11.06 presso la sede della Camera di commercio di Napoli, moderato dal direttore della rivista economica Denaro Alfonso Ruffo e così introdotto dal presidente dell’ente Gaetano Cola: “La Camera di Commercio ha un ruolo attivo nell’ambito della regolamentazione del mercato per la tutela dei consumatori e per la divulgazione di un acquisto più consapevole da parte dei consumatori. Il nostro auspicio è che si raggiunga un più alto grado di consapevolezza generato da una collaborazione tra enti e parti interessate.”

[4] Ricordo che recentemente, l’AGEIE e l’ASSOUTENTI hanno organizzato un interessante convegno sul tema, dove – dopo un’ampia trattazione ed anche un acceso dibattito – sono emersi alcuni dati. Uno dei quali è proprio che la differenza degli ineteressi economici in gioco porta anche a una diseguaglianza delle posizioni nei confronti delle tutele. … “DUM ROMAE CONSULITUR SAGUNTUM EXPUGNATUR” …. Ancora attuale ?

Si v.: http://www.covalori.net/27_nov.06_-_conv._CLASS_ACTIONS_problema_giuridico_e_opportu.htm

[5] Varie volte ho cercato di trattare questa temtica della micro-conflittualità tra AREE ECONOMICHE, tra l’altro anche nel citato CARLI, C.C., indicazioni di provenienza e denominazione d’origine, voce della Enciclopedia Giuridica Treccani.

DOCUMENTI ALLEGATI:

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